uesta pagina presenta delle foto che si riferiscono alle battaglie che infuriarono in Africa Settentrionale dal 1940 al 1943, e in particolare, ai combattenti italiani (ma senza trascurare, quando ne valga la pena, tutti gli altri). Per evitare un affollamento di immagini già viste e riviste, e spesso di scarsa qualità, quelle qui mostrate, estratte naturalmente da libri e riviste, dovrebbero avere, salvo errore, sia il pregio della rarità che quello della qualità. Ritrovare queste caratteristiche in una foto dell'epoca non è cosa facile, e questo serva a giustificazione della loro scarsa quantità. Per ognuna di queste immagini, inoltre, si cercherà di dare quante più informazioni possibili sul soggetto, inclusa (se conosciuta) la sua provenienza.
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La didascalia originale dice: "Questi soldati australiani esaminano un M13/40 italiano, probabilmente abbandonato per mancanza di carburante. Parecchie unità del Commonwealth riutilizzarono questi carri, fra le quali la 2a Armoured Division. Mezzo onorevole, malgrado una mediocre affidabilità, in seguito leggermente migliorata, l'M13/40 - e il similare M14/41 - continuò a combattere in prima linea fino al 1943, epoca nella quale risultava completamente sorpassato". La foto, di provenienza IWM e pubblicata sulla rivista francese "Batailles" HS nr15, viene riferita alla prima offensiva britannica, quando nel febbraio del 1941, a Beda Fomm, gli inglesi fecero un bottino di 120 carri. L'abbigliamento piuttosto estivo dei soldati, il sole a picco e il fatto che siano australiani (il cappello di quello in primo piano lo conferma), fa piuttosto pensare che si tratti di un carro abbandonato in una delle battaglie dell'estate 1942. Matricola RE 4694. |
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Lo stesso carro, con matricola RE 4694, in una foto pubblicata nel libro "Iron hulls, Iron hearts" di I.W. Walker, un bel libro apparso abbastanza di recente, che, da parte inglese, restituisce ai carristi italiani ciò che loro è dovuto. La didascalia dice: "Un carro medio M13/40 abbandonato". La torretta è ora girata verso la parte posteriore del carro. La stessa foto fu pubblicata nel Profile nr14 dedicato all'M13/40. |
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Bella immagine di un M13/40 (Matricola RE 3383?) in trasferimento, durante i mesi invernali del 41/42. La foto viene dal Bundesarchiv ed è stata pubblicata nella rivista "Batailles". Ecco la traduzione della didascalia: "Come il DAK, che utilizza il PzKpfw III nel ruolo di 'carro principale da combattimento', l'esercito italiano conserva l'M13/40 dal 1940 al 1942. Sfortunatamente per chi lo doveva impiegare, il mezzo è meno riuscito e non potrà mai essere realmente migliorato. Gli equipaggi lamentavano soprattutto la mediocrità della corazzatura, qui 'rinforzata' con sacchetti di sabbia". I sacchetti di sabbia a rinforzo delle fragili e sottili lamiere chiodate dell'M13/40 sono stati un'invenzione del genio italico; magari in battaglia qualche volta le abbiamo prese, ma nell'arte di arrangiarsi nessuno ci ha mai battuto. Poiché l'equipaggio dell'M13/40 era costituito da 4 uomini [capocarro, che era anche cannoniere, servente, pilota e mitragliere], e tre sono all'esterno, all'interno del carro deve essere rimasto solo il pilota. |
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Tragica fine di un soldato italiano accanto al suo cannone anticarro.
La didascalia racconta: "Tunisia 1943. Un cannone controcarro italiano da 47mm, già sorpassato nel 1940 e mai rimpiazzato; le conseguenze della mancanza di uno scudo di protezione sono evidenti". Un commento piuttosto secco a questa foto (dagli U.S. National Archives) pubblicata nel libro "Hitler's Italian Allies" di Knox MacGregor. Questo libro è anche abbastanza impietoso con noi italiani: mentre certe considerazioni sui nostri difetti non possono che essere condivise, altre sembrano un po' esagerate. La sua lettura vale comunque come un buon esame della nostra coscienza nazionale. |
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Sempre dallo stesso libro, un M13/40 sotto osservazione. La didascalia dice: "Truppe americane esaminano un carro abbandonato Fiat-Ansaldo M14. Tunisia 1943". Dalle insegne in torretta, se il colore di fondo fosse il rosso (che nelle pellicole pancromatiche risultava più scuro degli altri colori - azzurro, giallo e verde - che potevano distinguere le compagnie di un battaglione, il cui numero romano era dipinto sui fianchi dello scafo), si tratterebbe del 5º carro, del 3º plotone, della 1a compagnia. Trovandosi in Tunisia, la divisione di appartenenza dovrebbe essere la Centauro, 31º Reggimento, XIV o XVII Battaglione. Il gancio è servito ad aprire il portello per non correre rischi che fosse collegato ad una trappola esplosiva. |
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Ancora da "Hitler's Italian Allies": "La fine della guerra aerea italiana: Caccia MC 202, Tunisi, 1943". Da completare. |